Entrare nel Borgo Antico di Termoli, cuore pulsante di colori e profumi del mare, è un’esperienza di serenità avvolgente da consigliare a tutti. Una visita che mette pace dello spirito, attraverso il godimento della bellezza e dell’armonia.
Entrare nel Borgo Antico di Termoli, cuore pulsante di colori e profumi del mare, è un’esperienza di serenità avvolgente da consigliare a tutti. Una visita che mette pace dello spirito, attraverso il godimento della bellezza e dell’armonia.
In questa terrazza naturale, che si affaccia sul mare Adriatico, si apre la stupenda Cattedrale di Termoli dedicata a Santa Maria della Purificazione, che ospita le reliquie dei santi San Basso e San Timoteo.
La Cattedrale di Termoli, in mezzo alle case basse della vecchia città, si eleva come un gigante ad attestare la fede e la religione delle passate generazioni, e il genio che, nel secolo XII, nel nostro paese, si librava a voli altissimi e si manifestava in forme architettoniche così elevate, come Dante nel Trecento si esprimeva in nuove forme linguistiche.
La Cattedrale occupa una posizione predominante nel tessuto urbano del Borgo Antico: rivolta ad oriente, secondo le antiche consuetudini e con un significato teologico molto preciso, la maestosità della fabbrica domina e determina tutta la struttura urbanistica. La piazza antistante, gli assi viari che tagliano il tessuto edilizio del Borgo, le vicine piazzette, sono in funzione del tempio, centro propulsore della vita religiosa e civile.
L’edificio datato tra il XII e il XIII secolo ed attribuito ad Alfano da Termoli, sorge su di un’altra chiesa risalente al sec. VI – VII (575 d.C.) anch’essa eretta a sua volta sulle rovine di un tempio pagano dedicato a Castore e Polluce.
Il nuovo monumento, riedificato per opera di Alfano subì un nuovo incendio nel 1210 da parte di Ottone IV, diretto nelle Puglie con l’intento di sottrarre a Federico II il Regno di Sicilia. Nel 1240 giunsero successivamente i veneziani compiendo un assalto con 25 galee, facendo ricco bottino nella città e apportando sempre gravi danni all’artistica sacra costruzione.
Un’altra distruzione ci fu nel 1456 in seguito ad un altro terremoto che provocò la caduta del campanile e delle capriate della navata centrale della Chiesa. Nel 1566 i turchi di Pialì Pascià assalirono violentemente la città facendo scempio anche della Cattedrale. In seguito agli eventi catastrofici, fu proprio durante i lavori di restauro, che furono rinvenuti le reliquie di San Basso nel 1760 e San Timoteo nel 1945.
All’interno si riesce a cogliere il doppio impianto: la chiesa più antica, parzialmente conservata, sottostante l’impianto dell’attuale chiesa superiore.
La pianta è di tipo basilicale, priva di transetto. Composta da tre navate con absidi, che esternamente presentano archetti pensili binati con esili colonnine, e ripete la scansione della chiesa sottostante.
La presenza della chiesa più antica determinò, per la realizzazione di quella nuova, la sopraelevazione del pavimento.
Proseguendo, dopo la terza campata, a sinistra, s’innalza la torre campanaria a base quadrata su volta a botte, con copertura a cella ottogonale cuspidata, segue la sagrestia.
La navata centrale è coperta a capriate, mentre le laterali con volte a crociera, con chiave leggermente rialzata.
Interessantissimi mosaici tricromi (in bianco, rosso e nero), a cm. 92 circa, sotto l’attuale pavimento della chiesa superiore.
In prossimità della terza campata su entrambi i lati, ci sono le scale della cripta, dove sono conservati frammenti scultorei e un prezioso pavimento in mosaico romanico con elementi zoomorfi. Sempre nella cripta è conservata la lapide di pietra datata 1239 che contenevano le reliquie di San Timoteo.
Sulla facciata, sia sul lato destro che sinistro, si possono scorgere delle rette indicanti delle misure greche. La loro funzione era quello di fornire il mezzo di misurazione di stoffe o altro. Esse erano poste dinanzi la Chiesa, perché davanti l’occhio di Dio non si può imbrogliare.
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