Basterebbe solo guardarsi attorno, osservare le colline del Molise, o passeggiare all’aria aperta per scoprire un paesaggio, a volte selvaggio e incontaminato, tutto colorato dall’argento degli ulivi.
Basterebbe solo guardarsi attorno, osservare le colline del Molise, o passeggiare all’aria aperta per scoprire un paesaggio, a volte selvaggio e incontaminato, tutto colorato dall’argento degli ulivi.
Le olive maturano, e per noi molisani la loro raccolta è un’attività normale, ma altrettanto straordinaria, che fa parte della tradizione. È un rituale che si ripete annualmente, che ha bisogno di tanta cura e pazienza.
Vi raccontiamo qui la raccolta delle nostre olive!
“Le olive si raccolgono a mano” mi risuonano ancora le parole di mio nonno. E in effetti , ancora oggi, le raccogliamo a mano, tutt’al più con l’aiuto di un rastrellino di plastica – noi ne abbiamo due, uno giallo e uno rosso – con il quale pettiniamo i rami degli olivi e facciamo cadere le olive già mature a terra, su una rete stesa tutto intorno agli alberi.
Un momento gioioso e festoso, anche se si fa quando fuori le temperature sono già rigide e spesso il vento ti fa augurare di essere in tutt’altro posto, non in bilico su una scala con la testa infilata completamente dentro all’albero di olivo.
Anche se quest’anno, il tempo ci ha graziato. Tiepide giornate di ottobre, e grazie alla temperatura veramente mite abbiamo potuto raccogliere con piacere i nostri frutti.
Ogni anno si torna allo stesso frantoio di sempre, e si passa il pomeriggio lì, a controllare le olive, a far la fila aspettando il turno. Le olive vengono pulite togliendo le foglie, poi schiacciate e macinate, pressate in modo da eliminare l’acqua, e alla fine del processo, dopo quaranta minuti, ecco lì il tuo olio, verde, denso, profumato.
La prima cosa che pensi è “bruschetta”.
Mai provata una bruschetta con l’olio nuovo appena spremuto? Noi lo facciamo sempre una volta tornati a casa con l’olio nuovo.
Ma prima bisogna pesare l’olio, per capire quanto ha reso quest’anno. È qui che si racchiudono soddisfazioni o delusioni. Quando senti che “Quest’anno l’olio ha reso con la quindici.” Per un quintale di olive abbiamo cioè avuto 15 litri di olio, si tira un sospiro di sollievo. Meglio dell’anno scorso.
E così abbiamo portato a casa l’olio. Difficile descrivere cosa rappresenta in una terra, legata alla cultura contadina, l’olio. Semplicemente, potremmo dire che l’olio è per noi la quotidianità.
E’ il condimento che non deve mancare mai in una cucina.
È la bottiglia che ha il posto d’onore nella credenza.
È il filo d’olio buono su pane e pomodoro che serviamo a colazione la mattina ai nostri Ospiti.
E si, adesso che la raccolta del nostro olive è finita, non resta che assaggiarlo.
Allora vi aspettiamo a colazione!
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